Film privato
Pagine di quotidiano, gabbietta in metallo.
Serie: resting figures.
Installazione, 2019.
“La nostra immagine interiore di spazi ed eventi non è immobile, come congelata nel tempo, nessun ricordo è una fotografia definitiva in tutti i dettagli una volta per sempre, il pensiero creativo interviene a colmarne le sgranature, costruisce il ricordo emergendo dalla nebbia che avvolge ogni lontano paesaggio mentale. Durante tutta la vita ricostruiamo i nostri ricordi e li rinnoviamo con immagini prese qua e là nel nostro spazio di vita vissuta o soltanto immaginata. […] Abbiamo bisogno di rappresentare le cose del mondo reale per attivare il processo di immaginazione creativa; così come l’uomo preistorico rappresentava animali sulle pareti delle caverne, allo scopo di immetterle nel proprio immaginario e agire su di esse in un mondo parallelo prima che nella realtà, l’uomo contemporaneo filtra la realtà attraverso il mezzo digitale, elabora le immagini che diventano base e alimento per l’immaginario. E’ questa una delle ragioni per cui, oggi più che mai, fotografiamo ogni cosa ancor prima di guardarla, non ci interessa lo sguardo approfondito nel reale quanto la sua trasposizione nell’immaginario dove si proietta il nostro film privato.”
da Mindscpace
La costruzione dello spazio immaginario
Claudio Catalano
Meltemi editore.
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Resting figures è una serie di narrazioni minimali.
Gli elementi costitutivi delle installazioni
sono determinati ambienti sulla superficie dei quali
vengono ricostruite figure distese con materiali omogenei.
Ciascuna resting figure ha,
all’altezza (o al posto del) cuore,
un ulteriore elemento eterogeneo
rispetto al resto della figura.
Installazioni della stessa serie:
La festa è finita, andate in pace