“Camminano: forma elementare di questa esperienza
sono i passanti, il cui corpo obbedisce ai pieni e ai vuoti
di un testo urbano che essi scrivono senza poterlo leggere.”
– Miguel de Certeau, “L’invenzione del quotidiano”, 2010.
Derive.
corpo ∩ dati / scelta ∩ volontà
Intersezioni. Ciao, sono il tuo drone.
Catalogo dell’inframince*.
Per 2 ore e 25 minuti sono stato guidato a distanza: ad ogni crocicchio ho chiesto ad un contatto casuale della mia rubrica telefonica di darmi indicazioni, se procedere a destra, a sinistra oppure dritto, senza che sapessero la mia posizione. L’intero percorso di 9 chilometri, somma di 50 contributi, è stato registrato e geolocalizzato; sono state scattate fotografie panoramiche e dettagli. Performance, 2024.
Drifts.
body ∩ data / choice ∩ will
Intersections. Hi, I’m your drone.
Catalogue of the inframince*.
For 2 hours and 25 minutes I was driven at a distance: at each crossroads I asked a random contact of my phone book to give me directions, whether to proceed right, left or straight, without them knowing my position. The entire 9-kilometre route, a sum of 50 contributions, was recorded and geolocated; panoramic photographs and details were taken. Performance, 2024.
Dérives.
corps ∩ données / choix ∩ volonté
Intersections. Salut, je suis ton drone.
Catalogue de l’inframince.
Pendant 2 heures et 25 minutes, j’ai été conduit à distance : à chaque carrefour, j’ai demandé à un contact aléatoire de mon carnet d’adresses de me donner des indications, que ce soit à droite, à gauche ou tout droit, sans qu’ils sachent où je suis. L’ensemble du parcours de 9 kilomètres, somme de 50 contributions, a été enregistré et géolocalisé; des photographies panoramiques et des détails ont été pris. Performance, 2024.
“Nel ventunesimo secolo la storia è entrata in una dimensione fatta di dati. Mentre camminiamo emettiamo flussi di dati che tracciano dove e come camminiamo: la distanza che percorriamo, quanto andiamo veloci, quante calorie bruciamo, e così via. L’etere al di sopra delle strade è pieno delle trasmissioni delle nostre narrazioni che vengono caricate su delle server farm remote, dove, analizzate e scrutinate, ricompaiono sui nostri congegni. […] Ispirati dai surrealisti, i situazionisti misero a punto una tecnica di sonnambulismo urbano che chiamarono dérive, che si può tradurre letteralmente con deriva. La loro idea era che il dériviste doveva abbandonarsi completamente ai pieni e ai vuoti delle strade urbane, lasciando che le folle lo trasportassero dove volevano, rivelando zone della città alle quali, nei momenti più coscienti o in quelli di veglia, non sarebbe stato esposto. […] Quando pratichiamo una deriva attraverso la città collegati a un dispositivo siamo al centro di una tempesta di dati tutta nostra, simili a Pig-Pen, il personaggio del fumetto I Peanuts, che sembra un’incarnazione del concetto di nuvola informatica (cloud computing). Come un essere totalmente quantificato, ogni mossa che Pig-Pen compie – ogni passo, ogni scrollata di capo – genera altra polvere visibile.” – K.Goldsmith, Perdere tempo su internet, 2017.
* Inframince (infrasottile): la parola compare su 46 ritagli di carta che Duchamp scrisse tra il 1912 e l’anno della sua morte, il 1968.
“Il calore di una sedia (appena lasciata libera) è inframince. / Inframince (aggettivo) e non nome. Mai renderlo sostantivo. / I pantaloni di velluto – il loro rumore (mentre si cammina) per lo strofinio delle gambe è una separazione inframince segnalata dal suono. / Trasparenza dell’inframince. / Quando il fumo di tabacco ha anche l’odore della bocca che lo esala, i due odori si sposano per inframince (inframince olfattivo). / La pittura su vetro vista dal lato non verniciato. Il possibile è un inframince. / Una carezza: inframince.”
“The infrathin, as explained by Duchamp, requires two physical objects between which it is created. Its creation is caused by the interaction through time between these objects. There is no portal that is opened to the infrathin. The infinite space of the infrathin is created, exists and dies in an instant. It lives so briefly that its form cannot be discerned. This is why the infrathin can only ever be exemplary.” – GiaGia blog, 22 ottobre 2021.
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Me.
1 aprile 2024.
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Rossella Ferrero, rielaborazione
della performance Calorosi incontri. 2024.
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Il corpo nel labirinto,
il labirinto nel corpo.
Workshop, in progress.
Clicca qui per la call.
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Gulliver si chiamava Pautasso.
Mostra fotografica, scatti di Riccardo Pautasso.
Il tesoro segreto di un fotografo sconosciuto: migliaia di scatti effettuati in sei continenti nel corso di 50 anni.
Inaugurazione venerdì 5 aprile 2024,
a partire dalle ore 18,30.
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Come farsi un corpo senza organi.
Lettura integrale, una pagina alla volta,
di “Millepiani” di G.Deleuze e F.Guattari.
Vocoidi, contoidi, testo su carta.
Performance, 2022 – 2023.
Rizoma 071
Rizoma 072.
Rizoma 073.
corpi.blog
a work, in progress
#corposenzaorgani
Orlan
Intevista a Rossella Traversa, Ars Life, 2020.
“A differenza della body-art, non tento di raggiungere i miei limiti fisici o psicologici. Mi oppongo ai dettami della nostra società ostile alla carne. E metto in discussione la bellezza, che per me è solo una questione di ideologia dominante tipica di ogni determinato periodo storico e di ogni contesto geografico specifico.” Prosequi qui la lettura…
Il corpo donatore.
“Il 10 dicembre 2020 viene presentata un’interrogazione con richiesta di risposta scritta al vicepresidente della Commissione dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Sicurezza, come da articolo 138 del regolamento. Oggetto: “Il prelievo forzato di organi in Cina e le sue aberranti implicazioni: il rapporto dell’ong DAFO.” Prosequi qui la lettura…
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Corpi solidi, liquidi, aeriformi.
Corpi estranei, corpi contundenti.
Previous workshop.
Clicca qui per la call.
Qui la restituzione pubblica.
A questo link, il booklet del lab.
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corpi.blog
a work, in progress
#posthuman #postorganic #cyborg
Il corpo post-organico
Scrive Sara Simonini (su EduEDA – EDUcational Encyclopedia of Digital Arts, 2012): “Una problematica centrale oggi giorno è quella del corpo. Si sente parlare molto del corpo e se ne sentirà parlare ancora di più negli anni a venire, perché il corpo è in questione: o scompare tradotto in numeri, numerizzato, divenendo una collezione di molecole elettroniche, oppure sarà rafforzato mediante la sua estensione. Il corpo contemporaneo è un corpo bionico, un misto di tecnologia e biologia.” Prosequi qui la lettura…
Il corpo cosa.
“La parola cosa è una circumnavigazione; un abbraccio largo, disattento oppure irrispettoso se non si presta attenzione (o non si può) alla cosa abbracciata; cauto, timoroso o circospetto nel caso di cose sconosciute o temute, in buona o in cattiva fede. Raramente usato nei confronti degli animali (in prospettiva antropocentrica), nelle domande che forse lasciano intendere: che cosa è [quell’animale]; “suona male” l’alternativa chi è [quell’animale]; quando è stato che gli animali hanno smesso di essere chi – se mai lo sono stati – per diventare che cosa? [cfr. le divinità antiche teriomorfe]. Sicuramente nel sentire comune (culturale?) cosa è controparte di persona. Da un lato ci sono le persone, dall’altro le cose; e quando è capitato apertamente oppure ipocritamente che i due concetti coincidessero, sono stati genocidi, femminicidi, omicidi, soprusi, il peggio che potessimo.” Prosequi qui la lettura…
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Percorsi di lettura.
G.Dorfles, Kitsch, Bompiani
AAVV, Armi improprie, Johan&Levi
F.Leoni, Metafisica dello specchio, Marsilio
G.Tonelli, Materia, Feltrinelli
G.Atlas, L’enigma del desiderio, Cortina
AAVV, Il corpo non dimentica, Cortina
A.Seth, Come il cervello crea la nostra coscienza, Cortina
W.Ullrich, L’arte dopo la fine dell’autonomia dell’arte, Castelvecchi
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ogni tanto mi soffermo a leggere i tuoi post! sono davvero sbalorditivi e per me molto importanti…fanno uscire dagli schemi mentali e ne abbiamo bisogno davvero di smuovere il nostro cervello e accorgersi delle zone, parti, ombre inframince! grazie e complimenti per la tua-vostra attività!
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Buongiorno Sibilla. Grazie, come sempre. Tentare sentieri alternativi: forse non portano da nessuna parte, ma nel frattempo.
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c è sempre bisogno di alternative e di tentativi
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Interessante anche se immagino due ore e passa avrebbero potuto portarti anche in campagna e render fluidamente vano l’esperimento di di-vagazione urbana.
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Buongiorno, Flampur, grazie per il tuo commento. Interessante: il deserto (la campagna, l’orizzonte aperto) è il grado zero del labirinto? A presto.
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