Éveillements.
Performance, 2021.
Testo di R.Castellucci,
intervistato da A.Porcheddu
al 42mo Festival Internazionale del Teatro, 2013.
“L’immagine non è un’illustrazione, non si può creare un’immagine, perché un’immagine non è una cosa. Questo bicchiere per esempio non ha alcuna immagine perché lo posso toccare, ho un rapporto con questo oggetto. L’immagine è tutto ciò che è distante da me. Ciò che caratterizza l’immagine è che è piuttosto irraggiungibile, non è esperibile, è distante dalla mia esperienza, ed è per questa ragione che mi interessa.”
“Se potessi afferrare un’immagine non sarebbe più un’immagine, il mio interesse cesserebbe di esistere. Per la stessa ragione gli animali non sono interessati alle immagini ma solo alle cose che esistono. Quando un animale si rende conto che lo specchio è uno specchio ma non è un altro animale, perde l’interesse e si allontana. Per noi esseri umani è esattamente il contrario, siamo interessati a tutto ciò che è distante.”
“Si potrebbe riassumere dicendo che l’immagine è scontornata da un certo grado di assenza rispetto alla nostra esperienza. Le immagini non si possono costruire o inventare, un’immagine si può evocare, un’immagine la si coglie, ti viene incontro, bisogna essere in grado di riconoscerla o di afferrarla.”
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