“[…] quando la corteccia è tutta caduta
rimane solo quello che è vero e reale.”
– Eremita di Han Shan, VIII sec.
And, another thing.
Body, metal bars.
Selection of images from video.
Performance, 2021.
E, un’altra cosa.
Corpo, barre di metallo.
Selezione di immagini da video.
Performance, 2021.
Testi di Marco Vozza,
da “Jean-Luc Nancy e la filosofia del corpo.”
“Se la peculiarità dell’esistenza è il non avere alcuna essenza, allora il corpo è l’essere dell’esistenza, il luogo del suo accadere, l’apertura, la spaziatura, l’articolazione, l’effrazione, l’iscrizione del senso; se l’esistenza appare come un’esposizione corporea, allora il pensiero avrà come oggetto il corpo e l’esperienza del toccare, l’istituzione del senso nell’estensione e vibrazione dei corpi, l’unica evidenza di un λόγος sensibile, incarnato: a questo pensiero inscritto nella corporeità esposta al mondo corrisponde la nudità dell’esistenza priva di ancoraggi metafisici, orfana di fondazione e di trascendenza, costantemente disponibile nella sua precaria e vulnerabile ostensione, sensuale ex-peau-sition.”
“Tramontato l’essere nella sua presenza permanente e impassibile a favore di una pluralità di presenze singolari, sovranamente essenti meramente esistenti, rimane soltanto – come si legge nella ouverture al pensiero che si sottrae o che si spoglia dei suoi secolari attributi – la nudità del mondo senza origine né fine, che si espone interamente a se stessa. Il corpo è la pelle rivolta all’esterno, al mondo cui si espone, quel mondo intessuto della contingenza dei corpi in cui è gettato ogni moi-dehors.”
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“Vivo, lo so
di ciò che non ho,
a volte persino
di ciò che non è.”
– A. Vigevani.
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