In base all’idea che abbiamo del mondo (e il mondo comprende sia gli altri che noi stessi) traiamo considerazioni e prendiamo decisioni. L’idea che abbiamo del mondo è un’esperienza – rielaborata dalla nostra mente – che passa attraverso i nostri sensi. Al giorno d’oggi, i nostri sensi non sono più nudi: sono potenziati oppure resi più specifici da tutta una serie di dispositivi tecnologici. Questo significa che la visione del mondo, e il modo in cui ci rapportiamo con esso, è in evoluzione: continuamente dobbiamo mediare tra la nostra parte umana naturale, e le nuove tecnologie che ci danno possibilità inaspettate, trascinandoci in un ramo evolutivo ancora da indagare. Siamo umani, ma anche altro: umani che intervengono sul mondo e su se stessi, ogni giorno. Con questa trasformazione (che in parte controlliamo, in parte è controllata da altri per scopi disparati) si confronta oggi ogni artista, che lo voglia o meno, che ne sia consapevole o meno, che rifiuti la trasformazione oppure che la incorpori nel suo lavoro.
ps: il titolo di questo articolo è stato ispirato da un dialogo con Vesna Bursich.