Uno dei meriti della patafisica è stato quello di mettere l’osservatore di fronte ad un fenomeno che lo riguarda da vicino, ma spesso trascurato: il processo attraverso il quale la mente cerca di mettere ordine alla realtà. Nel caso dell’arte, la domanda è: perché l’artista ha agito così? Questo apre il discorso alle considerazioni sul ruolo attivo dell’osservatore, ma anche: esiste un dialogo inconscio che attraversa l’opera in entrambe le direzioni, dall’artista al pubblico e viceversa? Che sia forse questa l’opera, e non il suo aspetto didascalico?