VENDESI
Denaro e corpi, possesso e valore.
Performance di Chiara Luce
e Andrea Roccioletti.
@ Vernice Fresca in Barriera, 7 maggio 2022.
Primo momento: i performer attendono che qualcuno del pubblico si avvicini all’area della performance. The performers are waiting for someone approaching the performance area.
Secondo momento: uno dei performer chiede a chi si è avvicinato una banconota in prestito, e il nome. One of the performers asks the one who approached a banknote on loan, and the name.
Terzo momento: la banconota, sull’altare, viene ritualizzata con aspersorio e incenso. The banknote, on the altar, is ritualized with aspergillum and incense.
Quarto momento: la banconota è posta sul corpo di uno dei due performer; ne viene tracciata la sagoma, all’interno della quale viene scritto il nome del proprietario della banconota. The banknote is placed on the body of one of the two performers; the outline is drawn, inside which is written the name of the owner of the banknote.
Quinto momento: sulla banconota viene apposta la data della performance. La banconota viene restituita al proprietario. The date of the performance is written on the banknote. The banknote is returned to the owner.
Progressivamente, il corpo dei performer viene venduto, un pezzo alla volta, a tutti i presenti alla performance. Gradually, the performer’s body is sold, piece by piece, to everyone present at the performance.
Una nota critica, per chi vuole.
“Nella nostra abitudine riteniamo la vita comprensibile, almeno appoggiamo i nostri equilibri in qualche cosa” affermava Carmelo Bene in un’intervista del 1995 a Sandro Veronesi, “Contro il cinema”. Come i disegni dei bambini, semplifichiamo gli archetipi che ci sovrastano, con le loro infinite sfaccettature, in concetti maneggevoli, a nostro uso e consumo. Di questi, nessuno metterebbe in discussione il principio del possesso di sé, del proprio corpo. Eppure, ogni istante in ogni luogo ad ogni livello di ingrandimento cediamo vendiamo barattiamo parti di noi stessi, più o meno consciamente: siamo parlati dalla nostra cultura e dalla nostra storia; barattiamo il nostro tempo e il nostro stare in un luogo piuttosto che in un altro in cambio dell’approvazione degli altri; offriamo in vendita oppure gratuitamente innumerevoli immagini dei nostri corpi all’algoritmo social che ne macinerà big data; per debolezza ricatto senso di colpa consegnamo il nostro corpo all’uso altrui; in alcuni casi raggiungiamo le aberrazioni del traffico di organi, della tratta delle schiave, delle mutilazioni genitali. Discipline come la storia, l’antropologia, la sociologia, la psicanalisi, le neuroscienze, la filosofia, la genetica, la bioetica, il diritto cercano di fotografare alcuni degli aspetti del concetto di proprietà di sé. Il contributo dell’arte, nello specifico della performance VENDESI, è quello di offrire, in uno spazio e in un tempo finiti, un silenzio infinito: che accolga faccia risuonare ricombinare tutte queste parole, in una deflagrazione di specchi, che moltiplichino i punti di vista dell’osservatore.
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Rizoma 001 / 002 / 003.
Lettura integrale, una pagina alla volta,
di “Millepiani” di G.Deleuze e F.Guattari.
Vocoidi, contoidi, testo su carta.
Performance, 2022.
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Retake:
era il 26 marzo 2017.
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Letture suggerite
Vercellone, L’archetipo cieco, Cortina.
Teti, La restanza, Einaudi.
Sisto, Porcospini digitali, Bollati.
DeBotton, Varietà della malinconia, Guanda.
Floridi, Etica dell’intelligenza artificiale, Cortina.
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perché avete scelto di dare un prezzo alla vostra nudità?
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Non abbiamo dato un prezzo alla nostra nudità. Abbiamo venduto simbolicamente pezzi dei nostri corpi, e aggiunto qualcosa alle banconote che abbiamo restituito al pubblico, incorporando in esse un gesto performativo. Tu la vedi così, invece?
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si…
se ho capito bene…
avete dato un prezzo irrisorio ai pezzi dei vostri corpi… giusto?
come gesto performativo… solo la data? o altro?
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