L’arte è salutare.
Scorze secche d’arancia, acrilico dorato, chiodi.
Serie: azioni impossibili.
Installazione, 2019.
L’arte è salutare. Nel senso: infinito del verbo.
Si saluta entrando da qualche parte, e incontrando qualcuno: annuncio di sé, e riconoscimento dell’altro. E’ rivolgere la parola, girarla da dentro a fuori, richiamo a sé e attenzione all’altro. E poi si saluta, uscendo da qualche parte, e separandosi da qualcuno. Parimenti è per l’arte: disponibilità all’incontro, allo stesso tempo commiato.
Questo armeggiare semantico – andare verso e andarsene da – insieme al presentare sé pur restando in ascolto dell’altro, sono condizioni senza le quali l’arte non si dà; così come la tacita ridda interiore dell’augurare il buongiorno quando del giorno poco si sa, del proprio come di quello altrui, si sopravvalutano gli intenti, si sottovalutano le conseguenze, anche di questo è fatta l’arte.
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“L’energia del movimento degli uomini che sperano di ottenere qualcosa ricorda quella dei folli che corrono verso l’orizzonte a perdifiato perché pensano di poter raggiungere gli estremi della terra, senza accorgersi che sull’orizzonte ci sono già, e che non hanno bisogno di correre da nessuna parte.”
– Anonimo, nota critica
alla “Cavalleria Rossa” di K. Malevic.
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