Frammenti di un tempo estraneo.
Corpo, gravità, desiderio.
Tentativi di abbandonare la superficie terrestre.
60 minuti di salti.
Selezione di immagini da video.
Performance, 2021.
Fragments of a foreign time.
Body, gravity, desire.
Attempts to leave the Earth’s surface.
60 minutes of jumps.
Selection of images from video.
Performance, 2021.
Testi da
Ermini, Gasparotti, Nancy, Sala Grau, Zanardi.
“Sulla danza”, a cura di Maurizio Zanardi.
Nota di Maurizio Cuomo, 2017.
“Invece che continuare a farci vivere contro la morte, legandoci con ciò infinitamente all’Altro, quindi alle relazione etiche, alle relazioni sociali, alle relazioni economiche e a quelle politiche, il gesto della danza, condizione necessaria del teatro, scioglie, separa. E, in tale separazione dal simbolico, paradossalmente accomuna coloro che scelgono di danzare la loro separazione, il loro vuoto.”
“La crudeltà della danza e del teatro è questo separarsi dalla vita simbolica, è questo ritrovare il proprio vuoto, la propria lacerazione iniziale.“
“Soltanto un corpo separato può toccare, scrive ad un certo punto Jean-Luc Nancy. Tuttavia, potremmo dire anche: soltanto un corpo separato può danzare.”
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“Quel corpo mi propone un pensiero estremo: così come noi chiediamo alla nostra anima molte cose per le quali essa non è fatta e come quindi esigiamo che ci illumini, che profetizzi, che indovini l’avvenire addirittura scongiurandola di scoprire il dio, così il corpo che è laggiù vuol pervenire all’intero possesso di sé e a un punto di gloria soprannaturale… Ma avviene di lui come dell’anima per la quale il dio e la saggezza e la profondità che le sono richiesti non sono e non possono essere se non attimi, lampi, frammenti di un tempo straniero, slanci disperati fuori dalla sua forma. […] Un corpo, con la sua semplice forza e con un suo atto, è abbastanza potente per alterare la natura delle cose, più profondo di quanto sia mai toccato allo spirito nelle sue speculazioni e nei suoi sogni.”
Paul Valery
in “L’anima e la danza”, 1923.
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