“Solo a chi ama il Diverso accende i suoi splendori
e gli si apre la casa dei due misteri:
il mistero doloroso e il mistero gaudioso.”
Elsa Morante, Alibi
Due progetti in corso.
Alibi e ragioni, a seguire.
Tornare a performare dal vivo, primo progetto.
Non volevo farlo. Questo infoatomo è stato bombardato di neutroni di flessioni mentali e riflessioni corporee, fino a scinderlo in: imbarazzo e paura. Ogni imbarazzo traccia una soglia. Intuire congegnare varcare soglie è una parte fondamentale del mio lavoro artistico con il pubblico, e del lavoro artistico del pubblico con me.
La paura va danzata. Con la cura il rispetto la devozione per il pubblico nel prima, durante la preparazione della performance; con il silenzio delle pretese nel dopo, quando il dispaccio è stato preso in carico dal pubblico e le conseguenze riverberano o baluginano, oltre l’orizzonte visibile dalla Fortezza Bastiani.
Infine, tornare a performare dal vivo avendo la fede blasfema nella possibilità, e nell’imprevisto, della sincerità. Non c’è essere umano che non abbia bisogno di narrazione, di percorrenza da misurare o rinunciare, di casa da abitare o abbandonare: e non c’è essere umano che segretamente non speri e non tema – non speri e non tema contemporaneamente – che in quella casa attraverso quella soglia non passi, finalmente, un altro essere umano: uno in particolare.
Performare in spazi esterni, secondo progetto.
Lo spazio esterno, urbano, stradale, se interatto (interagito performativamente) genera sottili crinali tra pubblico e privato, tra uso e abuso, che si prestano ad essere percorsi artisticamente, in equilibrio; lontano dal quel legittimo sospetto che lo spazio interno, della sala prove, del laboratorio, offra invece una rete di protezione, un alibi all’errore, alla disattenzione.
Get lost, get found.
Selection of images from video.
Performance, 2021.
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