Punto primo.

Sarà capitato anche a voi di scoprire, parlando con un amico, che molte cose che voi davate per scontate (perché le avete pubblicate sui social) non sono state affatto viste da lui. La sensazione è strana. Fastidiosa, ma sana: perché ci porta a considerare che il pubblico a cui parliamo è un pubblico, molto spesso, immaginato: c’è nella nostra mente, ma – a meno che non dia “segni di vita” online, e interagisca – soltanto la nostra presunzione oppure la nostra malriposta fiducia nei social ci possono far credere che abbia veramente visto (ancor prima di aver compreso) quanto abbiamo reso “pubblico”. La colpa non è sempre dell’amico: i logaritmi di “apparizione” dei social non sempre fanno sì che quanto abbiamo appena scritto compaia sul flusso di post dell’altrui computer. Se poi usiamo piattaforme per la condivisione incrociata (IFTT, per esempio) la cosa è ancora meno sicura: Facebook, ad esempio, predilige i contenuti “creati” sul suo social, e quanto viene ricondiviso automaticamente da altri social compare meno.

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