OCCHI DI PLASTICA
Serie: racconti viaggianti, 2019.
Performance letteraria: il racconto verrà inviato a chi ne farà richiesta nelle prossime 24 ore, poi cancellerò il file dal mio computer.
“Vostro Onore, i lavoratori si dividono in due categorie. Quelli che lavorano e basta, e quelli che fanno del loro lavoro anche altro. Non è un errore di battitura: “fanno DEL loro lavoro anche altro”; non parlo di quelli che DURANTE il lavoro fanno altro, bensì di che cosa fanno DEL loro lavoro quando tornano a casa. Mi affascinano quelli che traggono dal mestiere paradigmi universali, cercando di applicarli alla vita quotidiana prima o dopo aver timbrato il cartellino. Abbiamo il botanico che azzarda similitudini tra caratteri umani e tipi di alberi, l’avvocato che annusa ipotesi di reato nel comportamento del vicino di casa, e via dicendo e poi ci sono io, che ho scoperto da poco di appartenere a questa categoria. Ho un’impiego presso un’azienda che gestisce un grosso palco per concerti. Mi occupo dei camerini degli artisti. Lavoro due stagioni all’anno (il palco è all’aperto), nelle altre due do ripetizioni di matematica… [continua]”
Per ricevere il .pdf del racconto, questa è la pagina dei contatti.
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In copertina:
Hase (Giant Pink Bunny), 2005.
Installazione del collettivo Gelitin (Vienna)
Artesina, 1524 metri di quota.
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Consigli di lettura
Chtulucene, D.Haraway, Nero Edizioni
Nudo con filo spinato, P.Pavlenskij, Saggiatore
Come vedere il mondo, N.Mirzoeff, Johan & Levi
Interviste sull’arte, R.Storr, Saggiatore