“Questa scatola
è una sala cinematografica,
il mio corpo è lo schermo.”
– Valie Export
Obskené – ninth study.
Body, box.
Thinking back to “Tap und tastkino”
by Valie Export (1968).
Selection of images from video.
Performance, 2022
Obskené – nono studio.
Corpo, scatola.
Ripensando a “Tap und tastkino”
di Valie Export (1968).
Selezione di immagini da video.
Performance, 2022.
Thanks to Simòne.
Testi di Marisa Prete, 2020.
“Muovendosi tra la folla, Valie Export invita i passanti a mettere le mani sotto la tenda e a toccare i suoi seni nudi, negando loro la normale esperienza visiva che si consuma nel cinema davanti a uno schermo – che esibisce il corpo erotizzato delle donne – e offrendo invece l’esperienza del tatto, che impone un coinvolgimento fisico dello spettatore e un rapporto diretto che nega la distanza di sicurezza salvaguardata dallo sguardo voyeuristico.”
“Tapp und Tastkino rappresenta dunque una sfida alle strutture patriarcali del cinema – che presenta le donne in condizione passiva, in modo da invitare uno sguardo maschile sessualizzato – e realizza la pratica in cui una donna, da oggetto, diviene finalmente soggetto. Qui il corpo cessa di essere l’elemento oggettivato sul medium dello schermo e diventa esso stesso medium, che agisce all’interno di un contesto reale, con il fine di decostruirlo e di sovvertirne l’ordine e gli schemi autoritari.”
“Questo agire nello spazio pubblico si propone di realizzare una forma diversa di cinema (Expanded Cinema), che abbandona la sala buia e la mediazione a distanza dello schermo a favore di una interazione diretta con lo spettatore e che assegna a quest’ultimo non più un ruolo passivo, ma quello di attore a tutti gli effetti. Ciò che mette in atto è uno expanded movie, che sostituisce lo sguardo con il tatto, la pulsione voyeuristica con l’azione. Lo spettacolo resta invisibile, o meglio il vero spettacolo viene offerto dagli uomini che soddisfano il proprio desiderio di oltrepassare lo schermo e di toccare, sotto lo sguardo impassibile dell’artista.”
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“Lo schermo è un confine, nello specifico uno scrimolo. Infatti sembra che il termine scrimolo, secondo alcuni filologi, sia il diminutivo della parola tedesca schirm che sta per schermo. Lo scrimolo è un punto di separazione, l’orlo di un precipizio. Essere l’orlo di un precipizio significa essere la terra ferma e il baratro, il giusto e lo sbagliato, il bene e il male, il rassicurante e il pericoloso, dio e il diavolo. Quando siamo schermi iniziamo a giocare a questo particolare gioco dello scrimolo, come se stessimo camminando sull’orlo di un precipizio.”
– Michele Mezzanotte, 2018.
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