Newton and Magritte were right.

Newton e Magritte avevano ragione.
Mela, gravità.
Performance, 2022.

Newton and Magritte were right.
Apple, gravity.
Performance, 2022.

Newton et Magritte avaient raison.
Pomme, gravité.
Performance, 2022.

 

Roccioletti

 

Conta solo il presente, ed è indubitabile che al formarsi di questa convinzione epocale il fronte moderno-contemporaneo delle arti abbia dato il suo contributo. Un presente assoluto che comprende anche il presente eternamente ritornante su se stesso della moda, un presente senza profondità, disteso in un flusso sincronico, orizzontale e continuo.”

 

 

“Piaccia o non piaccia, è questo il modello di storicità, o meglio di non storicità nel quale viviamo. E attenzione: l’ansia, la frenesia – tipiche della nostra epoca e delle sue possibilità informatiche di stoccaggio dei dati -, la volontà bulimica di conservare, preservare, archiviare, non è che l’altra faccia di questa patologia della memoria sociale.”

 

Roccioletti

 

“Come se si originasse una dimenticanza non per cancellazione ma per eccesso di informazione, non producendo assenze ma moltiplicando presenze. E talvolta il sospetto è che si continui ad archiviare e conservare soltanto perché esistono archivisti e conservatori, per continuare a legittimare ex post quella società dell’archiviazione totale che stiamo costruendo.”

– Massimo Carboni, “Tra memoria e oblio. Tutela e conservazione dell’arte contemporanea. L’orizzonte filosofico” in “Tra memoria e oblio”, Castelvecchi.

 

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Roccioletti

 

“Le installazioni trascorrono buona parte della loro esistenza come cose che sono assenti. Così, finalmente, in ambito d’opere reinstallate e iterative, si potrebbero prendere in seria considerazione le nozioni di memoria minimale (restance) e idealizzazione minimale, entrambe contemplate per Derrida dall’iterabilità. Derrida sostiene infatti che l’iterabilità presuppone una restance minimale affinché l’identità dello stesso sia ripetibile e identificabile nella, attraverso e persino in vista dell’alterazione. In simili condizioni un’opera re-installata non sarebbe mai una presenza piena e realizzata. Ma, in quanto memoria, sarebbe una struttura differenziale che fugge alla presenza o all’opposizione (semplice o dialettica) di presenza e assenza, opposizione di cui l’idea di permanenza è tributaria.”

– Tina Fiske, “White walls: installazioni, assenza, iterazione e differenza” in “Memoria e oblio”, Castelvecchi.

 

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Suggerimenti di lettura.

La bellezza è una domanda: «Che cosa farai di me?»
“Remain in light”, Guido Harari.

Scegliere dove andare.
Yuval Noah Harari, “Noi inarrestabili”.

Il tempo è un abisso.
Mark O Connell, “Essere una macchina”.

I fatti essenziali della vita.
Massimo Recalcati, “Il grido di Giobbe”.

Il possibile va a braccetto con l’improbabile.
Reza Negarestani, “Cyclonopedia”.

 

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