Still life.
(Natura morta.)
Plaster, concrete, clothespin,
feather, rope, hand.
Series: dis-works.
Installations, 2020.
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Perspectives
Reloaded art: 20 apr 2014
Hyperselfie
Reloaded art: 9 mag 2014
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Bonus track
A walk
Google Maps glitch
Digital installation, 2020.
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“Oltre ad accelerare processi in atto, le pandemie sono cartine tornasole che rendono evidenti diseguaglianze e gerarchie sociali, materiali e immaginarie. Alcuni corpi, troppi corpi, non hanno avuto il lusso concesso a molti altri. Per i lavori che si svolgono o non si svolgono più o non hanno mai svolto, per le case che non hanno, perché in rotta sul Mediterraneo verso il sogno (o il miraggio) europeo, perché chiusi in centri di detenzione. Molti di quei corpi, ammassati nelle celle o sui barconi, le distanze non le hanno potute certo tenere. Siamo tutte e tutti sotto shock per i lutti che non abbiamo potuto celebrare. Ma il campo 87 del cimitero maggiore di Milano è stato destinato a corpi privi di lutto, che nessuno ha reclamato. La pandemia non ha solo fatto dimenticare alcuni corpi, ma è servita a ribadire anche un altro genere di gerarchia, quella delle relazioni. E’ servita a ribadire la superiorità del modello familiare su ogni altra idea di comunità di affetti. Con conseguenze paradossali e molto gravi, si pensi ad esempio alle donne che subiscono violenza domestica che avevano il permesso di frequentare, tra i congiunti, anche i mariti e i compagni maltrattanti, ma che sono state private del sostegno di chi poteva dare loro forza e magari aiutarle a denunciare. Ma forse, nell’assenza dei corpi e delle relazioni in presenza, i corpi di quella comunità che è mancata si sono fatti ancor più significativi: non solo ne abbiamo sentito la mancanza, ma abbiamo in qualche modo identificato chi sono realmente gli affetti stabili che spesso, appunto, non sono legati al sangue.”
– Lorenzo Bernini
docente di politica e sessualità all’Università di Verona, direttore del Centro di Ricerca Politiche e Teorie della Sessualità.
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