“Non siamo realmente noi
se non quando,
mettendoci di fronte a noi stessi,
non coincidiamo con niente,
nemmeno con la nostra singolarità.”
E. Cioran.
Contenersi.
Selezione di immagini da video.
Performance, 2022.
Nella cucina dei miei nonni c’era una credenza.
Credenza deriva dal latino credere.
E’ meno della religione; sa di popolare e antico.
E’ parola vicina a credito, che invece sa di banca.
Credenza: l’atto del credere.
Credenza: adesione a nozioni senza prova.
Credenza: nel medioevo, il laccio dei falconi.
Ora quella credenza è a casa mia.
Un altro significato deriva da “fare credenza”.
Era l’assaggio dei cibi prima di darli agli altolocati.
Per essere sicuri che non fossero avvelenati.
Credenza: mobile da cucina per stoviglie e vivande.
Credenza: in liturgia, tavolino per gli oggetti sacri.
Credenza: nel medioevo, consiglio di persone fidate.
Da piccolo avrei voluto nascondermi in quella credenza.
Sarei riuscito ad entrarci facilmente.
Ma la credenza a casa dei miei nonni era piena di cose.
35 anni dopo svuoto la credenza e ci entro, con fatica.
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“Il pubblico intima al pensatore di essere qualcuno, di fornire un’immagine di sé sufficientemente nitida e determinata da poter circolare nei mass-media, di appiattirsi in una formula, in un titolo, in uno slogan (di essere, per esempio, il filosofo del simulacro o del transito o dell’enigma), ma così si preclude la possibilità di intendere ciò che cerca. Perché leggere, pensare e scrivere non è esprimere una soggettività, non è realizzare se stessi, bensì proprio al contrario perdere se stessi, sentirsi il tramite, il passaggio, il transito di qualcosa di differente e di estraneo.”
Mario Perniola.
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