Roccioletti

Teoria dell’informazione.

“Il buio precede la luce
ed era la madre.”

– Iscrizione sull’altare
della Cattedrale di Salerno,
citata da J.Demartile in
“La madre o-scura”
di L.C.Birnbaum.

 

Teoria dell’informazione.
Schermo, pennarello, messaggio, busta.
Performance, 2022.

Information theory.
Screen, marker, text, envelope.
Performance, 2022.

Théorie de l’information.
Écran, marqueur, message, enveloppe.
Performance, 2022.

 

 

Roccioletti

 

“C’è una parola, sciamachia: significa il combattimento contro la propria ombra. Una citazione di Giorgio Manganelli che dell’ombra nulla ignorava: la pazienza dell’ombra è infinita, come la mitezza dell’acqua, la costanza di ciò che è assente, la fedeltà del doppio. Il circolo della gioia dell’ombra procede per innumerevoli guadi, di cui si ignora il senso, ma non la qualità di essere luoghi di transito, e luoghi di intenso e logorante transito… la gioia dell’ombra è taciturna e sebbene conviva con il tragico non è affranta, e non è, naturalmente, malinconica… Chi pratica la gioia dell’ombra è destinatario di uno smarrimento che non ha eguale, e insieme è, lui stesso, la mappa dell’ombra, la carta calligrafica cui ricorre la stessa ombra per percorrere se stessa; per ironia, naturalmente, ma soprattutto per amore.”

 

Roccioletti

 

“La vita di tutti i giorni è una sorta di paravento che ci serve per occultare la vita vera – misteriosa e terribile – alla quale ci accostiamo nei sogni o che balena, a tratti, alla nostra coscienza, anche da svegli, e ci atterrisce. Le cose sono ciò che sono ma non solo ciò che sono. Noi viviamo ai margini del sorprendente; non c’è forse un nostro solo gesto che sopporti una tensione prolungata senza determinare smarrimento; non c’è ora che non ci trovi impegnati nella lotta tra la nostra buona e cattiva coscienza.”

– L.Vergine, “Parole sull’arte”, 2008.

 

Roccioletti

 

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Chiromanzia.
Palmo della mano, inchiostro,
stradario di Torino del 1972.

Palmistry.
Palm of the hand, ink,
Turin road map from 1972.

Chiromancie.
Paume de la main, encre,
Rue de Turin de 1972.

 

Roccioletti

 

Roccioletti

 

Roccioletti

 

Roccioletti

 

Roccioletti

 

“Il nome di questo centro di trasformazione, anahata, ha il curioso significato di non toccato, che viene interpretato nel senso di quel suono che non proviene da due oggetti in urto tra di loro. Dato che ogni suono udibile dall’orecchio umano è originato da cose che si sfregano o si urtano – la voce, per esempio, che proviene dall’urto del respiro sulle corde vocali – l’unico suono che non ha questa origine è il grande tono, o ronzio dell’energia creativa, di cui le cose sono manifestazioni ed epifanie.”

Da “Le distese interiori del cosmo”, Joseph Campbell, 1996.

 

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Retake: Un titolo per questo video.
Roccioletti / Ferrero, 2018

 

 

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Fotogrammi da “Fiabeschi torna a casa” di Max Mazzotta (2013), seguito di “Paz!” di Renato De Maria (2002). La scritta sul muro è una citazione dal monologo dell’attrice Nina, da “Il gabbiano” di Cechov (1895).

 

Roccioletti
“Enrico, sono io.”

 

Roccioletti
“Sono qui.”

 

Roccioletti
“Sono io. Mi vedi?”

 

Roccioletti
“Guardami.”

 

Roccioletti
“Chiudi gli occhi. Tutto cambia.”

 

Roccioletti
“Chiudili.”

 

 

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Rizoma 051.

Lettura integrale, una pagina alla volta, di “Millepiani” di Gilles Deleuze e Félix Guattari. Vocoidi, contoidi, testo su carta. Performance per voce sola, 2022. Intermezzo da “Questa è la mia vita”, Jean-Luc Godard.

 

La voce dell’alterazione 019.

Lettura di “Itto itto” di Edoardo Cacciatore (1994). Intermezzo da “Questa è la mia vita.”, Jean-Luc Godard, 1962.

 

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