Obskené – 8
Eighth study.
Motion sensor, body, bed,
attempts to sleep.
Performance, 2022.
Testi di Diletta Caimmi,
“Georges Bataille: mistica dell’osceno”
“Il desiderio umano investe il proibito, in quanto esso maledice quella che rimane una verità intima dell’uomo (la verità della crisi), che il divieto può scalzare dalla coscienza ma non può sopprimere del tutto: dunque il trionfo del desiderio è la vertigine di un uomo che per un momento
si contrappone alla sua umanità.”
“La promessa di dannazione dello smarrimento sessuale offre la possibilità di condurre l’uomo al limite del possibile, in quello stato estremo della vita in cui è sempre tentato di perdersi, in risposta ad una angoscia ancestrale su cui storicamente l’apprensione per il futuro ha avuto la meglio. La valutazione erotica della bellezza risponde allo stesso principio per cui il riscontro di un divieto può portare con sé l’incitazione ad infrangerlo: maggiore è la bellezza, più ampio è il margine di corruzione possibile.”
“La bellezza conta in primo luogo perché la bruttezza non può
essere sciupata, laddove l’essenza dell’erotismo risiede appunto nella profanazione. L’armonia di un corpo bello (che corrisponde alla più raffinata caratterizzazione umana in discordanza con ogni richiamo animale) fa bruciare l’ipotesi di un’animalità nascosta, il cui accesso renderebbe ancora
più stridente ed intensa l’oscenità dell’atto sessuale. Allo stesso modo, nel sacrificio, la vittima veniva scelta in modo che la sua perfezione riuscisse a rendere sensibile la brutalità della morte.”
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Hai scritto del pensieri molto profondi che si concludono nel solo modo possibile (anche se pressoché nessuno vuol pensarci) con questa folgorante frase : “nel sacrificio, la vittima veniva scelta in modo che la sua perfezione riuscisse a rendere sensibile la brutalità della morte.”. Bravo, Andrea! Tutti i miei complimenti e la mia ammirazione. Le femministe, se ottuse, non capiranno e non apprezzeranno ritendendo maschilista questo tuo discorso. Ma si tratta solo di quelle ottuse, perché la bellezza non è solo femmina.
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Non credo abbia niente a che fare con le questioni di genere. Il concetto di perfezione è mutato nel tempo, e sicuramente quello delle vittime sacrificali era ben diverso dal televisivo / social di oggi. La perfezione di una vittima sacrificale all’epoca dei Maya non ha niente a che vedere con la concezione di perfezione che “abbiamo” (da cui “siamo avuti”) noi oggi. Inoltre, traslando, qui non si parla solo di corpi, ma di sacrificio di molto altro, volendo anche di opere, di oggetti. I concetti di bellezza e di perfezione sono campi minati. Oltre che a saperlo, dovremmo chiederci “chi” li ha minati e perché.
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