Indossare lo spazio.
Corpo, armadio, abiti.
Selezione di immagini da video.
Performance, 2022.
Wear space.
Body, closet, clothes.
Selection of images from video.
Performance, 2022.
Testi da Filosofia delle scienze umane,
il corpo e lo spazio, 2014.
“Nell’antica Grecia non esisteva una letteratura sull’arte e le opere artistiche dicevano da sé, e indicavano, il luogo al quale l’uomo appartiene; consentivano di cogliere dove l’uomo riceve la sua determinazione. L’eco della voce dell’opera d’arte, che non è né situazione o esperienza vissuta, provocava nell’uomo greco quella disposizione d’animo che chiamavano αιδως, pudore innanzi a ciò che è.”
“Quel che viene manifestato sono i corpi (σωματα) e lo spazio viene rappresentato in relazione ai corpi presenti. Aristotele aveva due modi per riferirsi allo spazio: τοπος e κωρα. Con topos Aristotele intendeva lo spazio che viene ottenuto e occupato immediatamente dai corpi, che sussiste solo grazie al corpo ed è il suo luogo. Il limite per i greci non è dove qualcosa termina, ma dove inizia, dove ha compimento. Con chora Si indicava lo spazio in quanto capace di accogliere (δεκεσθαι) e avvolgere, contenere (περιεκειν).”
“Lo spazio greco è considerato a partire dal corpo, come luogo, e come contenitori di luoghi. Ogni corpo ha un suo luogo ad esso conforme. Lo spazio ha così luoghi ben caratterizzati e διαστήματα, intervalli. Con l’inizio della fisica moderna (Galileo e Newton) lo spazio perde la caratterizzazione dei luoghi e diventa uniforme estensione tridimensionale per il movimento di punti-massa, che non hanno alcun luogo proprio, ma possono trovarsi in qualsiasi punto dello spazio geometrico. Con Kant lo spazio giunge ad essere una forma pura soggettiva sintetica, a priori, dell’intuire che anticipa la rappresentazione di oggetti sensibilmente dati.”
“L’uomo non ha un corpo e non è un corpo, bensì vive il suo corpo vivente. Vivendo come corpo, è ammesso all’aperto dello spazio e da lì soggiorna in una relazione con il prossimo e con le cose. L’uomo non è limitato dalla superficie del suo presunto corpo. Se vado alla porta, non trasporto il mio corpo alla porta, bensì muto il mio soggiorno (Aufenthalt), muta la vicinanza e muta la lontananza rispetto alle cose; mutano l’ampiezza e la ristrettezza in cui si manifestano.”
“Una testa non è un corpo dotato di occhi e orecchie, bensì è un fenomeno del corpo-vivente, contrassegnato dall’essere-nel-mondo che guarda e ascolta. Quando l’artista modella una testa, sembra solo riprodurre la superficie visibile; in verità, raffigura quel che è propriamente invisibile, ossia il modo in cui questa testa guarda nel mondo, soggiorna nell’aperto dello spazio, viene coinvolta da uomini e cose.”
“L’artista traspone in un’immagine quel che essenzialmente è invisibile e, se corrisponde all’essenza dell’arte, ogni volta fa vedere qualcosa che non era stato ancora visto. L’uomo non fa lo spazio, lo spazio non è neanche un modo soggettivo dell’intuire; non è però neanche alcunché di oggettivo come un oggetto. Piuttosto lo spazio, per fare spazio come spazio, necessita dell’uomo.”
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quando penso alla parola… “spazio”… mi viene in mente L’universo…
“L’esplorazione dello spazio ci permetterà di vedere cose che non abbiamo visto prima e che forse avremmo dovuto.”
(Neil Armstrong)
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