“Puoi conoscermi,
però mai fino in fondo.
Con tutta la mia superficie
mi rivolgo a te;
ma tutto il mio interno
è girato altrove.”
– Wislawa Szymborska.
Un’altra versione dei fatti.
Vincenzo Bruno ph 2022.
“Platone aveva mosso contro il corpo un teatro antitragico. I due filosofi più influenti del XX secolo praticamente non ne parlano. E’ completamente assente dall’opera di Ludwig Wittgenstein, forse situato in quella parte non scritta del Tractatus Logicus Philopophicus che secondo il filosofo era la parte più importante. Martin Heidegger in Essere e tempo dedica otto righe al problema. A Medard Boss che nel 1972 gli chiedeva il motivo di questo silenzio, Heidegger risponde che ciò che attiene al corpo è la cosa più difficile e allora non ne sapeva proprio dire di più. Successivamente il silenzio di Heidegger si fa più profondo, forse perché in questo silenzio dovevano sparire anche i fantasmi di coloro che erano stati annientati nei campi.”
“La filosofia torna a parlare del corpo e dei corpi negli ultimi decenni del secolo scorso attivando anch’ essa quello che uno dei suoi protagonisti, Michel Foucault, parlando di Gilles Deleuze, ha definito Theatrum Philosophicum. Deleuze produce davvero una grande fantasmagoria ovidiana, un vero teatro di metamorfosi in cui domina la tensione a divenire: divenire pianta, divenire animale, divenire ibrido, divenire comunque… Il corpo è attraversato da queste tensioni, da questi flussi desideranti, che lo aprono, lo dislocano scontrandosi con le macchine che cercano di dominare tali flussi: Edipo, la famiglia, le istituzioni, tutto ciò che è freno al dilagare delle metamorfosi.”
“Per Foucault invece il corpo è un dispositivo, su cui incidono altri dispositivi che lo determinano nella sua esistenza e nelle sue funzioni. Foucault ci ha mostrato come i dispositivi politici attraversino il corpo e la corporeità, fondando la biopolitica e la biofilosofia, che di biopolitica si occupa.”
“Forse è al corpo straziato di Pasolini o di Kafka che dobbiamo rivolgerci. Al corpo dilaniato dalla solitudine di Jolanda in Voci di muto amore di Yehoshua Kenaz. Ma anche ai romanzi o alle pellicole di genere, alle storie sui corpi frantumati dai serial killer, là dove sembrano rifugiarsi i corpi e le domande che essi si esprimono per resistere alla tentazione di dissolversi nel virtuale. Di fatto l’affondare del corpo nel virtuale è anche lo sprofondamento e la sparizione della questione del bene e del male, che sembra non essere più un problema filosofico.”
“Mi torna ossessivamente alla mente l’annotazione di Paul Valery nei suoi Cahiers, che nulla è più strano del nostro corpo: che esso è una bizzarra figura piena di forme bizzarre, che per lo più ci sono incomprensibili. E allora, egli si chiede, in che linguaggio traduciamo ciò che esso è?”
– Testi da “Ai confini del corpo”, Franco Rella, 2012.
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Entropia e informazione.
SSTV analogic / digital art, 2022.
SSTV (Slow Scan Television) è un metodo che consente di trasmettere immagini statiche modulando in frequenza un segnale audio, effettuando una scansione dell’immagine riga per riga. In altre parole, si converte l’immagine in una serie di suoni, che possono essere trasmessi, ricevuti e decodificati per ricostruire l’immagine di partenza. Si trasforma un’immagine in una quantità di informazione, che può essere preservata, oppure manipolata.
Un esempio di codifica SSTV su dispositivo mobile.
Questo l’audio completo della codifica dell’immagine.
(Abbassa il volume delle cuffie!)
Per questa performance digitale, le immagini sono state sottoposte ad alcune manipolazioni: inserimento di rumore o disturbo alla radiofrequenza, oppure sovrapposizione di due segnali diversi.









Per una spiegazione approfondita di che cosa sia la SSTV, clicca qui
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I am more than real.
Digital performance on BeReal, 2022.
Tutto è iniziato qui.
John Doe è su BeReal, qui.
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“L’arte non è un fenomeno che necessita di una spiegazione, ma una modalità di ricerca, un metodo per indagare ciò che ci rende umani, uno strano strumento. L’arte non è solo qualcosa da guardare o ascoltare: è una sfida per cercare di dare un senso a ciò di cui si occupa. L’arte non mira al godimento estetico ma al confronto, all’azione e alla sovversione.”
– Dall’introduzione a “Strani strumenti”, Alva Noe, 2022.
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adoro… 💙 il Nudo Blu II di Henri Matisse…
dovrei provare a scrivere qualcosa su questa opera…
bellissimi e unici questi versi…
“Puoi conoscermi,
però mai fino in fondo.
Con tutta la mia superficie
mi rivolgo a te;
ma tutto il mio interno
è girato altrove.”
– Wislawa Szymborska.
non li conoscevo…
… anche il comportamento degli altri… non lo conosceremo mai fino in fondo… a volte sono ci sorprendono… a volte ci deludono…
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