“Nulla avrà avuto luogo
se non il luogo.”
– S.Mallarmé, “Colpo di dadi”, 1897.
Tendere.
60 metri di carta, corpi.
Ponte sul vuoto.
Performance, 2023.
Tend.
60 meters of paper, bodies.
Bridge over the void.
Performance, 2023.
Tendre.
60 mètres de papier, corps.
Pont sur le vide.
Performance, 2023.
Backstage.
Prossimamente, la versione di Enzo.
Thanks to:
Naike
Vanessa Scuotipali Ovviochesì Rainbow
Vincenzo “Enzo” Bruno
——-
Lo spazio che si occupa di me.
Preparativi e documentazione.
Performance, 2022.
Richiesta all’Ufficio Occupazione Suolo Pubblico del Comune di Torino di due metri quadri, per corpo disteso e immobile, per il 28 gennaio 2023, dalle ore 15.30 alle ore 19.30, in piazza San Carlo.
Preparation and documentation.
Performance, 2022.
Request to the Office of Public Land Occupation of the City of Turin for two square meters, for body stretched and motionless, on 28 January 2023, from 15.30 to 19.30, in Piazza San Carlo.
Préparation et documentation.
Performance, 2022.
Demande au Bureau de l’Occupation du Sol Public de la Commune de Turin de deux mètres carrés, par corps étendu et immeuble, en date du 28 janvier 2023, de 15h30 à 19h30, place San Carlo.






——-
“Lo spazio intero (sociale) parte dal corpo anche se poi lo metamorfosa fino a dimenticarlo, e se ne separa fino ad ucciderlo. La genesi di un ordine futuro non può essere descritta che partendo dall’ordine più vicino, quello del corpo.”
H.Lefebvre, “La produzione dello spazio”, 1976.
——-
Blu.
Videoinstallazione, 2022.
Audio in tempo reale da radio su onde lunghe.
Video installation, 2022.
Real-time audio from radio on long waves.
Installation vidéo, 2022.
Audio en temps réel de radio sur ondes longues.
“[Koolhaas interpreta lo spazio] come come un blocco in cui sono scavate delle cavità, i vuoti che sono gli spazi che accolgono il pubblico: la biblioteca è interpretata come un blocco solido di informazioni. In questo blocco gli spazi pubblici sono definiti come assenze di costruito, vuoti scavati nella massa di informazioni.”
R.Koolhaas, “Tres grande bibliotheque”, 1989.
——-
“E’ pigrizia intellettuale indicare con il vecchio termine capitalista la nuova classe dominante che trae vantaggio dalle nuove forme di potere instaurate dalla società digitale. Assistiamo in verità all’emergere di una nuova classe sociale, la classe vettoriale, che si caratterizza per la sua capacità di controllare e trarre profitto dai vettori attraverso cui l’informazione viene messa in circolazione e valorizzata. Siamo entrati in una forma di post capitalismo non appena i lavorati si sono trovati nella condizione di avere nel proprio corpo i principali mezzi di produzione (capacità cognitiva, memoria, know-how, gestione degli affetti, lista di contatti). Anche se questo corpo è sempre più intensamente elettrizzato da notifiche, sollecitazioni ed esigenze che lo sottomettono sempre più direttamente alle incognite delle quotazioni di borsa, bisogna considerare un doppio movimento di alienazione e riappropriazione per poter comprendere le minacce e le promesse che la classe hacker deve affrontare oggi nei conflitti che la oppongono agli interessi della classe vettoriale.”
– Y.Citton, “Quand l’information mine le capital”, 2018.
——-

——-
Stephane Mallarmé, “Colpo di dadi”, 1897.
——-
“[Bacon] aveva da poco realizzato il ritratto di un babbuino e, sapendo che io ero uno zoologo, mi chiese se ritenevo che fosse riuscito a cogliere bene il grido dell’animale. Io gli dissi di sì, ma mentivo. La creatura che Bacon aveva dipinto era tratta da una famosa fotografia di un babbuino che sbadiglia; all’epoca non osai dirglielo, dato che era risaputo che aveva l’abitudine di distruggere tutti i suoi quadri che riteneva imperfetti. Teneva un coltello Stanley nel suo studio e aveva già fatto a pezzi decine di dipinti. Non volevo che il bellissimo ritratto del babbuino subisse quella sorte, così tenni per me la storia dello sbadiglio. Ai miei occhi era ovvio che l’animale stesse sbadigliando, perché quando un babbuino grida lo fa in direzione di ciò che ha provocato il grido. Lo sbadiglio non ha orientamento e quella scimmia aveva la mascella spalancata e puntava in alto, verso il cielo. Un uomo può gridare al cielo in preda alla frustrazione, ma un babbuino no. Mi piace pensare che quello splendido dipinto sia sopravvissuto grazie a una mia piccola frottola.”
– D.Morris, “In posa”, 202.

——-
Letture suggerite:
R.Zora, Body act, AgenziaX
T.Montanari, I vinti, Solferino
J.Barbour, Il punto di Giano, Einaudi
R.Bespaloff, L’eternità nell’istante, Castelvecchi
——-
——-
trovo molto interessante il concetto di classe vettoriale…ed è vero che noi ragioniamo ancora come prima in termini quasi di archeologia della produzione e della società e a volte ci riduciamo a osservazioni nostalgiche invece di comprendere questo cambiamento!..grazie Andrea
"Mi piace""Mi piace"