Prossimità.
Corpi, coltello.
Selezione di immagini da video.
Performance, 2022.
Proximity.
Bodies, knife.
Selection of images from video.
Performance, 2022.
Thanks to Matteo e Greta aka Bastet.
Testi di Federica Matelli,
“J.L.Nancy e A.Kiarostami.
Ipertesti fisici ed immagini evidenti”
“L’idea di corpo che viene al mondo è quella di luogo d’apertura dell’essere, luogo d’esistenza. La caratteristica di un corpo è quella di essere un’esteriorità non pensabile né pensante, un’alterità che pesa fuori del pensiero e che lo costringe a calibrare attorno a sé il proprio movimento, perché al di là del suo limite non c’è nulla.”
“Come la pelle che ci riveste, soglia sulla quale avviene la nostra esposizione all’esterno, sulla quale s’innestano e s’incrociano le differenti estesie, attraverso le quali ci si tocca e si entra in contatto, il corpo è l’essere qui e ora, è l’esposizione dell’esistenza, superficie . Ogni suo singolo punto ha in se stesso il valore di luogo d’esposizione dell’essere, senza alcun telos estrinseco. Il corpo è l’esposizione finita dell’esistenza che in esso si rende evidenza. Per Nancy l’unica evidenza è il qui e ora del corpo, in ognuno dei luoghi della sua materia, senza alcuna scala di grado.”
“La conoscenza del corpo e tramite il corpo non è mai totale ed assoluta, ma modale e frammentata, e la forma del discorso che meglio porta il suo sapere è quella di un ipertesto: un corpus, appunto, una cartografia, un elenco delle zone del corpo che offre un insieme d’approcci equi, mostrando tutto ciò che il corpo può essere alla nostra esplorazione senza programma né preconcetto. Un ipertesto-corpus permette una lettura non sequenziale, nella quale non c’è la certezza di un principio e di una fine.”
“Nancy chiama l’immagine il distinto, perché l’immagine è il medesimo tratto, la medesima distinzione che la separa e così la fa comunicare dal ciglio stesso del suo limite, comunicando la separazione stessa. Questo perché il tratto dell’immagine è il suo tracciato, la sua forma, la sua forza intima. L’intimo vi si esprime: ma questa espressione va intesa nel senso più letterale. Non è la traduzione di uno stato d’animo, ma è l’anima stessa che preme e poggia sull’immagine, o piuttosto l’immagine è questa pressione, quest’animazione e quest’emozione. Non ne fornisce il significato: in questo senso essa non ha alcun oggetto (o alcun “soggetto”, come si dice di un quadro) ed è priva d’intenzione.”
“L’immagine non è una rappresentazione: è un’impronta dell’intimo e della sua passione (della sua mozione, della sua agitazione, della sua tensione, della sua passività), e-scrizione della realtà. Non è un’impronta nel senso di un tipo o di uno schema definito, fissato. E’ piuttosto il movimento dell’impronta, il colpo che marca la superficie, il rilievo o l’incavo di questa, della sua sostanza (tela, foglio, rame, pasta, argilla, pigmento, pellicola…), la sua impregnazione o la sua infusione, l’inumazione o lo svuotamento in essa dell’impulso.”
“L’immagine che non è rappresentazione è vuota, non è più un questo rappresentativo di un quello, un segno che indica un significato. Ma, come risuona nel nome francese che le attribuisce Nancy, è evidenza, che si esaurisce completamente nella propria superficie e nel limite che la separa come contesto/ambiente staccato e ritagliato da un fondo, senza un dietro o un dentro, pura esteriorità, come la pelle.”
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Letture suggerite
R.Sicuteri, Lilith la luna nera, Astrolabio
A.Frova, Luce colore visione, Rizzoli
E.Neumann, La grande madre, Astrolabio
L.Birnbaum, La madre oscura, Gambilongo
F.Ossendowki, Bestie uomini dei, Iperboreus
A.Grippo, Le immagini della memoria, Controcorrente
A.deSouzenelle, Il simbolismo del corpo, Servitium
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interessante performance…
il coltello viene… anche… considerato… un’ arma bianca…
per questo motivo… l hai scelto x questa rappresentazione ?
“È difficile,
quando si sente il coltello alla gola,
cantare intonato.”
(Romain Gary)
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Ciao, Cinzia. Grazie per il commento. No, non avevo pensato al fatto che il coltello è un’arma “bianca”, molto interessante. Ho scelto il coltello per varie ragioni: per il simbolismo che lo attraversa, perché è un oggetto a portata di mano di chiunque, quotidiano, perché taglia, perché dipende chi lo ha dalla parte del manico. La citazione di Romain Gary è molto appropriata.
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Immagini davvero forti. Rendono l’idea più di tante parole della prossimità distanza prossemica…
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Ciao, Elettasenso. Grazie per il tuo commento. Interessantissimo il discorso sulla prossemica, come si è modificata nel tempo, oppure come varia da cultura a cultura, e da persona a persona. Continuamente siamo parlati dal nostro tempo, e dalla nostra storia personale, non sempre consapevolmente.
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È così. Siamo parlati dal nostro corpo per questo trovo interessanti le tue performance e scritture 🙏
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